In Emilia-Romagna si vive meglio rispetto al resto d’Italia, ad esempio la distribuzione del reddito vede alle nostre latitudini livelli superiori a quelli nazionali: il 50% degli emiliano-romagnoli dispone di almeno 20.800 euro annui, a fronte di un valore medio italiano di 17.500 euro. Lo dice l’Istat, nella seconda edizione del report “BesT”, sigla che sta per “benessere equo e sostenibile” nei territori regionali, il dossier li divide seguendo le province.
Guardando a queste, la città metropolitana di Bologna segna il valore più alto negli stipendi medi (21.900 euro), la provincia di Rimini il più basso (18.500 euro). Tuttavia, nel confronto con altre regioni del Nord-est, la nostra mostra un profilo meno brillante: questo vale per Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. E così infatti nel territorio bolognese si osserva la maggiore diseguaglianza: il 10% degli individui più ricchi dispone di almeno 40.500 euro annui, il 10% più povero di 9.400 euro.
Tra gli altri aspetti, in Emilia-Romagna sono presenti 456 strutture culturali, tra musei, aree archeologiche e monumenti, che rappresentano oltre il 10% delle strutture censite in Italia nel 2022. Poco più della metà dei Comuni ospita almeno un museo. La città metropolitana di Bologna si conferma al primo posto, ma è la provincia di Ravenna ad attrarre il numero più alto di visitatori. Istat giudica ottima la rete di 593 biblioteche pubbliche e private sparse in regione, che rappresentano il 7,3% delle strutture presenti in Italia. Infine, dal report emerge che – dati 2022 – quasi 7 Comuni su 10 gestiscono interamente online l’iter per l’accesso ad almeno un servizio per le famiglie, come mensa scolastica, iscrizione ai nidi, certificati anagrafici.