Maxi blitz antimafia tra Bologna, Modena, Roma, Napoli e Caserta. Operazione “On Air”: arresti e sequestri per alcuni milioni

70 perquisizioni, oltre a misure cautelari e sequestri per alcuni milioni. Si chiama “On Air” l’operazione che ha coinvolto la Direzione Investigativa Antimafia, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, di Bologna. Con interventi anche nelle province di Modena, Roma, Napoli e Caserta. Il Centro Operativo DIA di Bologna ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare del GIP del Tribunale, a carico di 10 persone originarie di Caserta, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio e sostituzione fraudolenta di valori. Dei 10 arrestati, 4 sono finiti ai domiciliari, 5 all’obbligo di dimora e della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio (nei confronti di un dipendente di Poste Italiane). Sono stati sequestrati oltre 2 milioni di euro, a carico di 5 società. L’indagine “On Air”, è scattata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che ha richiamato l’attenzione dei colleghi bolognesi su una segnalazione per operazioni sospette relativa ad un presunto giro di riciclaggio, con possibili collegamenti con la criminalità organizzata di origine campana. I successivi approfondimenti condotti dalla DIA di Bologna attraverso il ricorso ad accertamenti bancari, intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, nonché servizi di pedinamento, hanno permesso di smantellare una banda dedita all’emissione di fatture per oltre 10 milioni di euro solo nel biennio 2019-2020 e al riciclaggio del denaro illecitamente accumulato grazie alle frodi fiscali. Le indagini hanno fatto scoprire che gli importi in denaro incassati grazie alle fatture per operazioni inesistenti venivano sistematicamente monetizzati mediante prelevamenti effettuati da alcuni indagati, che riconsegnavano il contante alle aziende utilizzatrici delle fatture fasulle dopo aver trattenuto una percentuale pari a quasi il 10% dell’imponibile riportato nei documenti che andava a ricompensare i servizi dell’organizzazione criminale.