WWF: “Liberare i fiumi”

Redazione

E’ un territorio – quello lungo i fiumi – reso fragile dalle costruzioni, specialmente nel momento in cui il riscaldamento globale inizia a far sentire le sue conseguenze più devastanti. In occasione della giornata mondiale del suolo, il WWF richiama l’attenzione su quello che definisce “uno degli habitat più devastati”, ovvero, le sponde e le aree lungo i corsi d’acqua. Secondo l’associazione ambientalista, a livello nazionale, “negli ultimi 50 anni abbiamo perso una superficie complessiva pari a circa 2.000 campi da calcio”. Il WWF cita il rapporto Ispra secondo cui la situazione è preoccupante per quanto riguarda la pericolosità idraulica visto che il “12,9% delle aree edificate (69.743 ettari) ricade in aree a pericolosità idraulica media, con un massimo del 63% (33.261 ettari) in Emilia-Romagna”, seguito a distanza dal Veneto con 7.087 ettari di aree edificate. Non solo. L’8,6% della superficie edificata nazionale (46.436 ettari) ricade in area a pericolosità da frana, con un massimo in Valle d’Aosta (55,29%) e in Liguria (49,4%) dove circa la metà degli edifici è in aree a pericolosità da frana, mentre la Toscana è la regione con più ettari di superficie edificata esposta”. “Stiamo rendendo il nostro territorio fluviale sempre più fragile ed esposto agli eventi estremi e gli interventi finora adottati – afferma il Wwf – vanno in senso contrario a quanto indicato dal Regolamento europeo sul Ripristino della natura che impone agli Stati membri di riqualificare almeno 25.000 km di fiumi europei entro il 2030.