E’ il primo terreno di scontro della nuova amministrazione De Pascale con il Governo. La nomina del successore del Generare Figliuolo alla carica di commissario alla ricostruzione post-alluvioni. Sul tema la richiesta del Pd regionale è di un cambio di passo rispetto al passato. “Se le cose non hanno funzionato è perché le norme sono scritte male – secondo il neogovernatore de Pascale – e vanno cambiate, come va rivista la struttura commissariale. In questo quadro nemmeno il commissario migliore del mondo può farcela. Il problema non è stato Figliuolo e sostituirlo con un altro senza rivedere norme e struttura è inaccettabile. Se la soluzione sarà dunque un nuovo militare come commissario “allora il governo non potrebbe avere il consenso della Regione”. “L’obiettivo – il capogruppo Pd in Regione Paolo Calvano – è una struttura dedicata alla ricostruzione, attiva h24, guidata dal presidente di Regione e affiancata da una figura di coordinamento presso Palazzo Chigi. Questo modello garantirebbe un legame diretto tra decisioni centrali e conoscenza locale. A questo si deve aggiungere una revisione delle normative per accelerare i processi amministrativi e rendere gli interventi più rapidi ed efficaci. Non basta cambiare il commissario senza ripensare l’intero sistema”. Ma da parte del partito di Giorgia Meloni arriva un “no” su tutta la linea. Per la ricostruzione post-alluvione in Romagna “il commissario non poteva essere nell’immediatezza Stefano Bonaccini, tanto quanto non può essere oggi Michele de Pascale”. A dirlo è Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente dell’Assemblea legislativa che accusa i vertici di governo della Regione di non avere abbastanza autorevolezza e competenza. Dunque a prendere il posto di Figluolo potrebbe essere un altro militare e quindi non si può escludere che a quel punto de Pascale – al contrario di quanto fece Stefano Bonaccini – possa rifiutare l’incarico di subcommissario .
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