Bologna. Il 2024 in immagini

Redazione

Quali immagini a Bologna faranno ricordare meglio il 2024? Probabilmente il primo ricordo dell’anno che finisce, più che un’immagine è un numero. Il 30. Un anno fa Bologna si preparava alla rivoluzione di “Città 30”. La battaglia del Comune per ridurre le vittime della strada. Con la conseguente polemica politica nella quale scese in campo persino il Ministro delle Infrastrutture, all’epoca in campagna elettorale in vista delle europee. A marzo un simbolo della città, la torre Garisenda in pericolo crollo ha visto rivoluzionare la sottostante piazza ravegnana nel tentativo di salvarla. In aprile una strage sul lavoro. Una delle più gravi mai avvenute in Italia. Esplode la centrale idroelettrica sul lago di Suviana. Restano uccisi sette lavoratori, 11 i feriti. La primavera è stata caratterizzata dalle lotte di centri sociali e parte della sinistra bolognese, contro una nuova scuola al parco don Bosco per evitare l’abbattimento di qualche decina di alberi, con vari scontri fra attivisti e forze dell’ordine che si ripeteranno fino all’estate. Alla fine la scuola non si farà, il Comune farà marcia indietro e le penali per i mancati lavori le pagheranno i bolognesi. A maggio, i festeggiamenti per il Bologna in Champions League e la partenza dei cantieri per la Linea Rossa del tram, i cui disagi andranno avanti anche oltre il 2025. A giugno si vota per le Europee. Poche sorprese a Bologna col Pd oltre il 40%. In ottobre un’altra tragedia sul lavoro. Due operai muoiono nell’esplosione alla Toyota Handling di Borgo Panigale. Pochi giorni dopo le piogge record mandano sott’acqua la zona ovest della città e parte della provincia. Una delle peggiori alluvioni di sempre. A novembre, pochi giorni prima delle elezioni regionali il corteo della destra estrema arriva fino alla stazione Centrale, raccogliendo l’indignazione dei familiari delle vittime della strage fascista del 1980. Alle regionali però vince il candidato del Pd, il sindaco di Ravenna de Pascale. La roccaforte Emilia Romagna è ancora in mano al centrosinistra ma l’astensione è oltre il 53%.