Anche a Modena preoccupano le cifre della cassa integrazione. Il territorio vede un +58,6% rispetto al 2023, con un totale tra Cassa integrazione ordinaria e straordinaria di oltre 13mln di ore. Un trend che emerge dall’Osservatorio Inps e che – denuncia CGIL – “colpisce i nostri distretti industriali, l’indotto e tutta la catena del valore”. Un aumento importante ma non inatteso, è da tempo che la Cgil di Modena denuncia, specie negli ultimi mesi, l’aumento della richiesta di ammortizzatori sociali da parte delle imprese, soprattutto nei settori automotive, meccanica, ceramico e tessile. Se si aggiungono le ore di Fsba (l’ammortizzatore sociale delle aziende artigiane) – aggiunge il sindacato – i troppi precari tra contratti a termine, i somministrati, gli staff leasing, i lavoratori in appalto (che nei momenti di crisi sono i primi a pagare con il non rinnovo dei contratti di lavoro), “il dato nella nostra provincia è ancora più esplosivo e preoccupante”. Per la Cgil, quindi, occorrono ammortizzatori in deroga per i settori più colpiti. Servono investimenti su transizione ecologica e rivoluzione tecnologica, e tutelare i posti di lavoro come definito dal Patto per il lavoro e il clima.
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