Legambiente: ripensare il turismo in montagna

Redazione

In Italia ci sono 265 impianti legati agli sci che non funzionano più e 15 di questi sono in Emilia Romagna. I conti li ha fatti Legambiente nel suo dossier Nevediversa 2025 “Una nuova montagna è possibile?” con il censimento aggiornato degli impianti legati agli sci tra chiusi, semichiusi e quelli che faticano a restare aperti. Il problema sono gli effetti della carenza di neve; o, più precisamente: meno nevicate, temperature in aumento, e un turismo invernale che diventa più costoso. Nella fotografia dell’associazione ambientalista però ci sono regioni con situazioni peggiori. Per esempio il Piemonte che di impianti chiusi ne ha 76, la Lombardia 33, l’Abruzzo 31, il Veneto 30. L’Emilia Romagna invece è terza per impianti che Legambiente definisce “sottoposti ad accanimenti terapeutici”. In regione sono 34. Solo Lombardia e Abruzzo ne hanno di più. Rispettivamente 59 e 47. Per l’Emilia-Romagna, dice Legambiente, “è emblematico il caso di Cerreto. Dove l’operatore privato che ha in gestione gli impianti ha ammesso poco tempo fa sulla stampa la difficoltà di realizzare l’innevamento artificiale per i costi che questo comporta e la diminuzione dell’innevamento naturale dovuto ai cambiamenti climatici”. Secondo il presidente di Legambiente Emilia Romagna Davide Ferraresi, “alla luce dei dati emersi, è evidente che gli investimenti in progetti che hanno come base il turismo invernale dello sci, come la modifica degli impianti del Corno alle Scale o la recente inaugurazione del tapis roulant, sono fuori contesto rispetto al nuovo scenario meteoclimatico. Serve invece un cambio di rotta a favore della promozione del nostro Appennino per un turismo che duri tutto l’anno”.