Non dolo, ma imperizia. Sono stati scovati i responsabili dell’insulto mascherato nella password della Card Cultura, riservata – come benefit contrattuale – ai dipendenti del Comune di Bologna: così ha comunicato Bologna Welcome, l’ente-fondazione che ha il compito di promozione della città e che di quella carta ha in cura la gestione e distribuzione. Dunque non sarebbe voluta quell’offesa platealmente percepibile leggendo il codice alfanumerico che il titolare della tessera deve digitare per attivarla: o almeno così si dice convinto Daniele Ravaglia, presidente della Fondazione istituita da Palazzo d’Accursio.
“L’istruttoria interna relativa al codice di Card Cultura è stata completata. Non sono stati ravvisati elementi di dolo, ma profili di imperizia”, ha così spiegato Ravaglia che dunque ha annunciato provvedimenti a carico degli autori dello scivolone, che però probabilmente si limiteranno a una lettera di richiamo. Inoltre – promette il presidente di Bologna Welcome – “saranno assunte le misure tecno-organizzative utili perché simili situazioni non si verifichino più”.
Il vespaio era scoppiato una settimana fa, all’indomani della denuncia – corredata da foto – presentata dal sindacato di base Sgb: i 4mila dipendenti del Comune avevano ricevuto direttamente a casa la Card, con allegato codice per attivarla. Password che conteneva l’insulto e per questo parevano pure uno scherno gli auguri di Buon Natale da parte del sindaco, che vi erano allegati. Mistero risolto, colpevoli trovati.