Treni, Legambiente: cresce il numero di pendolari in Emilia-Romagna

Redazione

Più conferme che altro; la buona notizia è che nessuna tratta emiliano-romagnola compare tra le cosiddette pessime d’Italia. Legambiente ha diffuso il rapporto Pendolaria, il dossier sullo stato delle linee ferroviarie maggiormente frequentate del nostro paese, quelle appunto dei pendolari, lavoratori o studenti che siano. Nella nostra regione sono tre le linee peggiori nel 2024, tutte già note: la Bologna-Portomaggiore, interessata da lavori e per questo in parte coperta con servizio autobus; la Bologna-Prato, anche questa interessata da lavori di potenziamento per migliorare il trasporto merci e quello di persone, che però registra ogni giorno ritardi e cancellazioni di treni; infine la linea Bologna-Ravenna-Rimini, con problemi di ritardo dei treni e soprattutto di sovraffollamento. In linea generale, l’Emilia-Romagna sconta inoltre il depotenziamento dell’Alta velocità lungo la tratta Bologna-Torino.

Secondo il dossier di Legambiente, nel 2023 solo lo 0,65% del bilancio di viale Aldo Moro “è stato investito per il finanziamento del servizio ferroviario e l’acquisto di nuovo materiale rotabile”. Questo nonostante durante i 12 mesi il numero dei viaggiatori al giorno sui treni regionali è tornato a crescere, superando del 19% il numero del 2009 e del 4% quello del 2019, anno pre pandemia. Ma la strada è ancora lunga, segnala l’associazione: l’Emilia-Romagna rimane sotto i 200mila viaggiatori al giorno contro i 700mila della vicina Lombardia, con 882 corse contro le 2.200 dei lombardi. Di positivo c’è che il materiale rotabile ha un’età media di 13,9 anni (un anno più giovane rispetto alla media nazionale).

Nel suo report, Legambiente giudica positivamente la realizzazione del tram a Bologna, anche se manca ancora il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano.

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