Le indagini sono partite a marzo di quest’anno con l’arresto, a Milano, di un un minore che si sarebbe reso responsabile di una serie di aggressioni ai danni di stranieri a bordo della metropolitana, mostrando una svastica tatuata sul petto e al grido “i fascisti sono tornati”. Da lui la polizia è risalita a una rete di giovanissimi, molti minorenni collegati tra loro via chat in tutta Italia, dove si scambiavano contenuti che incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionalistici o religiosi. Le perquisizioni sono state eseguite a carico di dieci minorenni e due maggiorenni. I minori, che dovranno tutti rispondere di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa sono stati individuati dalla Digos in varie città del centro nord, tra cui anche Ravenna. I ragazzini, oltre a vario materiale di propaganda nazifascista, possedevano anche repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, manganelli telescopici, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al nazismo, al fascismo e al suprematismo, ma anche materiale cartaceo, cellulari e personal computer, che sono stati sequestrati.
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