Bologna. Ergastolo a Gianpaolo Amato per gli omicidi di moglie e suocera

Redazione

E’ stato Gianpaolo Amato ad uccidere la moglie Isabella Linsalata, ginecologa di 62 anni, e meno di un mese prima la suocera, l’87enne Giulia Tateo. L’ex medico della Virtus Pallacanestro è stato condannato all’ergastolo. Dopo 6 ore di camera di consiglio, ieri sera i giudici della Corte d’Assise hanno accolto in toto le richieste dell’accusa, la procuratrice aggiunta Morena Plazzi e il sostituto procuratore Domenico Ambrosino. Amato è stato condannato anche all’isolamento diurno per un anno e 6 mesi.

E’ terminato così il primo grado di un procedimento giudiziario che tanto ha fatto parlare in città: per la notorietà dell’imputato, oculista molto conosciuto, e per le modalità attraverso le quali secondo i magistrati ha compiuto entrambi gli omicidi. Un mix di farmaci, il Sevoflurano, un anestetico, e il Midazolam, una benzodiazepina, somministrati nel tempo a moglie e suocera: il decesso della consorte è degli ultimi giorni di ottobre del 2021, Giulia Tateo era invece morta appena 22 giorni prima. Per la stessa causa, ha riconosciuto il tribunale. Il movente, secondo l’accusa, è stata la relazione extraconiugale che Amato portava avanti da anni, ma anche la volontà di entrare in possesso delle proprietà della moglie.

A processo Amato era pure accusato di peculato per aver sottratto dalle strutture sanitarie in cui lavorava i farmaci utilizzati per gli omicidi, ma da questa accusa è stato assolto. Niente risarcimento quindi per l’Ausl, che era parte civile. Riconosciuto invece per 750.000 euro a favore di Anna Maria Linsalata, sorella di Isabella, e per 230.000 euro per Nicola Tateo, fratello della suocera. I difensori di Amato attendono ora le motivazioni, che dovrebbero essere depositate entro 90 giorni, poi decideranno se fare appello. L’uomo si è sempre proclamato innocente.