L’Emilia-Romagna è una regione attrattiva, sia per la migrazione interna (da altre regioni, per intenderci) che dal punto di vista dell’immigrazione da altre nazioni; ma è anche ancora tanto una delle realtà da cui si emigra di più. E non si tratta solo di giovani. Si va in direzione Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dal dipartimento di sociologia dell’Università di Bologna, con il contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, condotta attraverso questionari. Perché si lascia l’Emilia-Romagna? Chi lo fa va a caccia di condizioni di lavoro migliori ma pure di un riconoscimento professionale adeguato, che nel nostro paese fatica a riuscire ad ottenere.
Nel 2023 sono state 6.765 le partenze, quasi equamente divise tra uomini e donne. Si tratta perlopiù di laureati (84%) e in maggior parte di persone in età compresa tra 25 e 55 anni. 8 su 10 vivono in aree urbane, il 46% è emigrato da almeno 10 anni, mentre un altro 30% si è trasferito all’estero da meno tempo.
Leggendo le risposte di tanti ex concittadini della nostra regione, sono principalmente due gli elementi che si possono riconoscere: innanzitutto la ricerca di gratificazione professionale in chi ha deciso di andarsene, soprattutto per le donne, unita a una sorta di rabbia per la mancata valorizzazione in Italia; e poi la nostalgia per la terra, il cibo ma pure – si legge dai questionari – per la nebbia in val Padana. Un sentimento che emerge anche dai racconti di alcuni ragazzi italiani di seconda generazione. Il ritorno? Servirebbero un aiuto a trovare casa, minore burocrazia ma soprattutto condizioni di lavoro pari a quelle ottenute all’estero.