Due anni fa erano stati condannati in primo grado – il giudizio di appello è ancora pendente – per false fatture relative a prestazioni di manodopera inesistenti. Ora per tre fratelli della provincia di Parma – imprenditori nel settore dell’impiantistica industriale – è scattato un sequestro di beni per oltre tre milioni. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bologna è stato eseguito dai finanzieri del Comando della città ducale. Ai tre fratelli – spiega la Procura – è stata riconosciuta la “pericolosità sociale”, così come definita nel Codice antimafia per i loro precedenti penali. L’inchiesta per false fatturazioni in cui sono stati coinvolti nel 2020, infatti, aveva portato a quattro arresti e sequestri per oltre 16 milioni. Successivamente le Fiamme gialle hanno monitorato il tenore di vita dei condannati, accertando – spiegano – “la sussistenza di disponibilità finanziarie e patrimoniali giudicate incompatibili con i redditi dichiarati” e valutando che le persone messe sotto osservazione “vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”. Con questo decreto di sequestro sono stati messi i sigilli a 27 immobili, cinque veicoli, quote e compendi aziendali di tre società ed un consorzio, ma anche conti correnti e denaro contante per oltre 3 mln di euro.
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