Maltempo, l’Emilia-Romagna rivive l’incubo

Redazione

La Romagna rivive l’incubo del maggio 2023. E’ stata una notte di ricordi e di terrore quella che hanno vissuto i cittadini nel forlivese, cesenate, poi bassa ravvenate e bolognese. Lo testimoniano i numerosi video pubblicati sui social. Come annunciato dall’allerta meteo, di colore rosso, si è scatenato il peggio: già da ieri sera i fiumi Lamone, Senio, Montone e Marzeno si sono pesantemente ingrossati. Ma anche l’Idice nel bolognese è tornato a fare danni. Siamo lontani dai 23 corsi d’acqua coinvolti nell’alluvione dello scorso anno, ma nella notte è successo quanto purtroppo si era già visto: con la rottura degli argini Faenza e Lugo sono di nuovo in parte finite sott’acqua. Alle quali si aggiunge Castel Bolognese. E poi c’è l’Appennino: Castrocaro e Modigliana hanno allagamenti e temono frane. Protezione civile e vigili del fuoco al lavoro: si tornano a sentire le sirene a tutto spiano, un drammatico déjà-vu. 500 in 24 ore gli interventi della macchina dei soccorsi, destinati a salire. A Cesenatico sono state aperte le porte Vinciane per far defluire l’acqua accumulata nei canali a mare. E’ la Regione che tiene in mano gli aggiornamenti: nelle scorse ore – è la presidente Priolo a parlare – “i primi modelli” meteorologici “parlavano di una cumulata” di pioggia “di 130 millimetri, in realtà stiamo avendo cumulate, ad esempio su bacino del Senio, di 250 millimetri e quindi sono paragonabili, se non in alcuni casi superiori – conclude – all’evento del 16 e 17 maggio del 2023”. Di nuovo ci sono gli sfollati, un migliaio, tra Lugo e Faenza – di nuovo –, a Castel Bolognese, a Bagnacavallo poi a Cotignola dove è il Cer, canale emiliano-romagnolo, ad essere uscito dalla sua sede. Ovunque i sindaci invitano chi sta ai piani bassi a salire o a evacuare. Perché si attendono nuove piene, preoccupano ora pure i canali di bonifica. A Forlì la grande paura sembra scongiurata: nel cuore della notte la piena del fiume Montone ha raggiunto i nove metri d’altezza rispetto all’abituale livello del corso d’acqua, ma gli argini hanno retto dopo ai lavori di consolidamento e la ripulitura dell’alveo dopo l’alluvione dello scorso anno. Situazione di preoccupazione anche nel bolognese. Nuova rottura degli argini del torrente Idice. Nella notte la piena ha rotto le sponde nel territorio di Budrio, a circa 100 metri distanza dalla rottura del maggio 2023. Anche il torrente Quaderna ha rotto gli argini a Molinella nello stesso punto dell’alluvione dell’anno scorso. In montagna, invece, sono numerose le strade chiuse per una decina di frane e smottamenti, con zone isolate o raggiungibili con molta fatica. La piena dell’Idice ha causato allagamenti anche a Monterenzio. A Castel Maggiore, frazione Trebbo, è intervenuto il genio ferrovieri dell’esercito con motopompe per scaricare le acque del torrente Ghisilera. A Bologna e provincia sono 253, finora, le persone evacuate. I disagi, come successo con l’alluvione di un anno fa, spaccano l’Italia in due: sulla Diramazione della autostrada A14 di Ravenna sono stati temporaneamente chiusi gli svincoli di Cotignola e Lugo in uscita. Per quanto riguarda l’entrata di Cesena sulla A14, uno smottamento ha interessato una delle rampe di immissione. Per questo, a titolo precauzionale, è stato necessario disporre la chiusura in direzione Bologna. Fronte circolazione dei treni: sono cinque le linee ferroviarie che sono state sospese. Sono la Bologna – Rimini fra Faenza e Forlì; la Ferrara-Ravenna-Rimini tra Argenta e Ravenna; la Ravenna-Bologna, via Lugo fra Lugo e Russi; la Ravenna-Bologna, via Granarolo fra Granarolo e Russi e la Faentina fra Faenza e Marradi. Al momento, spiegano dalle Ferrovie dello Stato, non è possibile attivare servizi con autobus sostitutivi a causa dell’impraticabilità delle sedi stradali.

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