Scendono in campo anche i carabinieri dei Nas di Bologna, i nuclei anti-sofisticazione, nella lotta e contrasto alla diffusione della peste suina africana che da tempo flagella allevamenti in tutto il nord Italia. Anche in Emilia-Romagna. Tanto da essere emergenza nazionale. Il virus, è bene ricordarlo, non è trasmissibile all’uomo. Le notizie, bisogna dirlo, non sono confortanti. Durante un’intera estate di ispezioni tra Bologna, Ferrara, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena la presenza del morbo è stata riscontrata in ben cinque casi. I controlli hanno riguardato attività di ristorazione, esercizi di vendita all’ingrosso e al dettaglio di alimenti etnici, stabilitmenti di produzione e lavorazione di carni. Con l’aiuto di tecnici dell’Ausl, sono stati compiuti i campionamenti per l’analisi del dna e il rilevamento di tracce del virus: “i prodotti alimentari risultati positivi al virus, già sottoposti a blocco ufficiale – fanno sapere i Nas -, sono stati avviati alla distruzione, mentre si è proceduto al ritiro di quelli eventualmente ancora in commercio”. In generale, dettagliano ancora i carabinieri, sono state riscontrate altre irregolarità, quali ad esempio gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali per la presenza di sporco nei locali di preparazione e deposito degli alimenti e nelle attrezzature; ma pure la presenza di insetti, anche vivi, ed escrementi di roditori. Sono state elevate 16 multe per un totale di 25mila euro e sequestrati 5 quintali e mezzo di carne. Sospese infine tre attività commerciali.
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