Bastava pagare quella che i finanzieri di Bologna hanno definito una “consistente quota d’iscrizione” e così gli studenti che dovevano recuperare anni scolastici avevano la promozione assicurata. La Guardia di Finanza ha scovato un diplomificio sotto le due torri: parte consistente di quanto versato dai ragazzi e dalle loro famiglie finiva nelle tasche di due istituti scolastici paritari fuori regione, che si prestavano e dunque chiudevano un occhio garantendo che tutti fossero promossi. Un’attività illecita ma soprattutto, specificano i baschi verdi, talmente nota in città che la scuola – ma chissà se possiamo chiamarla così – avrebbe aumentato i propri ricavi del 600% in soli 5 anni. Tutto è però finito all’alba di stamani, quando una ventina di baschi verdi si sono presentati negli uffici del centro di recupero anni scolastici, sequestrando faldoni, conti correnti e l’immobile dove si svolgevano le lezioni per gli studenti. Sette gli indagati che devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione: sono i responsabili dell’istituto bolognese e delle due scuole paritarie. Il meccanismo che portava alla promozione di fatto automatica degli alunni consisteva, dicono i finanzieri bolognesi, in un accordo corruttivo secondo il quale gli studenti partecipavano alle lezioni a Bologna per poi sostenere – e superare – gli esami sulla base di false attestazioni di residenza o domicilio oppure di alternanza scuola-lavoro presso i due istituti paritari, nonostante questi fossero in un’altra regione.
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