Quello di oggi è il giorno delle lacrime da parte degli amici – ma non solo: è un continuo pellegrinaggio di persone in via Piave, tra i civici 4 e 6, per lasciare fiori o anche semplicemente un biglietto, un pensiero per Fallou Sall, il 16enne ucciso mercoledì sera da un coetaneo con una coltellata; la stessa lama che ha ferito non gravemente anche un altro giovane. Già nella serata di ieri, nel vicino al parco dell’ex Velodromo, gli amici più cari della vittima si sono ritrovati per un ultimo saluto, sparando fuochi d’artificio. Molti però anche i semplici cittadini che da stamane si sono recati sul luogo, colpiti da una tragedia di giovanissimi, i cui contorni si stanno iniziando solo ora apprendere. L’aggressore, quasi 17enne, ha ammesso le proprie responsabilità nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto stamane davanti al magistrato minorile: Il Gip ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere, visti i gravi indizi di colpevolezza. Il suo avvocato, Simone Ferraioli, lo ha descritto sconvolto e in totale confusione. Pare che lo stesso giovane abbia indicato il luogo dove è stato ritrovato il coltello che ha ucciso Fallou e ferito l’amico 17enne originario del Bangladesh. Lo stesso legale ha rivelato che l’aggressore era stato in passato vittima di bullismo sui social e con i familiari aveva sporto denuncia nei confronti di alcuni ragazzini, probabilmente dello stesso gruppo della vittima e del bengalese. E’ emerso però che il ragazzo non conosceva Fallou: a quanto si è appreso, mercoledì sera ha incontrato un gruppetto di coetanei al giardino dell’ex Velodromo dove sarebbe partita la lite, forse tra lui e il bengalese, proseguita poi davanti alla cancellata di via Piave. Lì Fallou è intervenuto per difendere il suo amico ferito, venendo poi colpito dalla coltellata che gli è stata fatale. La Procura per i minori ha ordinato l’autopsia sul corpo del 16enne.
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