Non c’è la sola industria a dare spinta alla locomotiva economica dell’Emilia-Romagna: lo scorso anno tanto contributo al Pil regionale è arrivato pure dall’ampio settore dei servizi. Tanto che, sotto la spinta in particolare della ristorazione dell’accoglienza, è notevolmente accresciuto il numero degli occupati. E’ quanto emerge dalle rilevazioni di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha analizzato i dati degli addetti di tutte le unità locali di impresa disseminate lungo la via Emilia. I lavoratori nel 2023 hanno raggiunto quota un milione 747.865, il 2% in più rispetto all’anno precedente. Sostanzialmente invariata l’occupazione nel commercio, mentre nelle costruzioni è aumentata del +1,5%, crescita inferiore però rispetto a quella segnata nel 2022. L’industria è cresciuta del +2%. Lieve flessione, -0,6%, in agricoltura. I lavoratori dipendenti sono saliti a quota un milione 446.471 unità, con una crescita del +2,6%, che ha compensato l’ampia diminuzione -3,7% degli autonomi. I dipendenti sono l’82,8% del totale degli addetti, con un incremento di 2,9 punti percentuali in cinque anni. L’occupazione in regione è concentrata prevalentemente nei servizi che non sono commercio. Nel commercio, settore messo a dura prova dalle restrizioni della pandemia e dall’esplosione degli acquisti online, gli addetti sono rimasti sostanzialmente invariati, e l’occupazione media del settore nell’anno è stata stabile, ma al disotto del livello precedente la pandemia.
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