Un episodio di violenza sessuale consumato tempo fa a Bologna, dai contorni ancora tutti da disvelare per via di un contesto certamente difficile: l’occupazione abusiva di uno stabile. A raccontare per sommi capi la vicenda è l’edizione locale de Il Resto del Carlino. A quanto si è appreso, a denunciare l’episodio una trentenne di origine tunisina, inquilina senza fissa dimora di un edificio Acer in via Carracci, occupato dal collettivo Plat il 20 ottobre scorso, e nel quale ormai vivono un centinaio di persone tra le quali una trentina di minori. Proprio la situazione complessa – e probabilmente pure una certa resistenza degli occupanti nei confronti delle forze dell’ordine –sta rendendo difficile la ricostruzione della vicenda ad opera dei Carabinieri, che secondo quanto si apprende hanno preso in mano l’indagine. Stando al racconto fatto dal quotidiano bolognese, la donna – madre di due figli – sarebbe stata violentata prima dal compagno e poi da un amico, nordafricani anch’essi. Scioccata e spaventata, la vittima si sarebbe dapprima rivolta alla Polfer della stazione di Bologna, poco distante dall’edificio, senza raccontare nulla della violenza sessuale ma riferendo unicamente di essere da tempo vittima di un compagno violento. Gli agenti hanno dunque fatto scattare il protocollo Eva, una serie di misure di tutela per vittime di stalking, abusi e maltrattamenti. Allertati Carabinieri e personale medico, è emersa la verità: la donna, oltre a essere da tempo ostaggio delle botte dell’uomo (anche di fronte ai figli), quel giorno era stata violentata da lui e da un suo amico. Informata la Procura, è stato aperto un fascicolo per violenza aggravata. Nonostante – come detto – il contesto, i militari dell’Arma sono riusciti a risalire all’identità dei due uomini. I bambini e la madre sono stati affidati ai servizi sociali
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